L’incubo è finito: la speleologa Ottavia Piana è salva

Italia (18 dicembre 2024) – Alle ore 3.00 della scorsa notte – tra il 17 e il 18 dicembre – la speleologa Ottavia Piana, immobilizzata nella barella spinale a causa delle fratture riportate, è stata portata fuori dai cunicoli di Bueno Fonteno. Da questa notte i video della gioia dei soccorritori si sono avvicendati uno dopo l’altro: la missione è andata a buon fine.

di Aurora Codogno

Come raccontato nei giorni precedenti, la speleologa era caduta durante una missione utile alla mappatura delle grotte, ferendosi senza poter riprendere a camminare. Dato l’allarme, colleghi e soccorsi si sono susseguiti ora dopo ora e hanno creato un piano d’azione fatto di movimenti e soste, in modo da preservare la condizione della ragazza e dei soccorritori stessi.

All’uscita dalla grotta, Piana è stata accolta dagli applausi dei suoi soccorritori ed è stata poi sollevata dall’elicottero che l’ha portata all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Ormai al sicuro, la trentaduenne avrà bisogno delle cure necessarie per potersi ristabilire completamente.

Nel frattempo, sui social i lettori si sono divisi in due fazioni: coloro che attaccano la ragazza per un’azione ritenuta troppo rischiosa per sé e per i soccorritori e coloro che invece ne salvano le azioni in nome di una normale libertà di scoprire – anche rischiando – e in nome della ricerca scientifica. Nonostante le lecite opinioni di tutti, bisogna tenere a mente che la speleologa era impegnata insieme ad altri otto colleghi nel Progetto Sebino, volto a completare una mappa geomorfologica di quelle aree sotterranee ancora sconosciute. Piana era “impegnata in un progetto scientifico importante. Un’operazione simile comporta dei rischi, ovvio. L’incidente è frutto di sfortuna, non di incompetenza”, precisa il sindaco di Adro (paese d’origine della ragazza), Davide Moretti.

Ciò che resta di questa brutta vicenda è una missione di soccorso organizzata e gestita con grande competenza, un successo umano e professionale in cui nessuna vita è andata perduta.