Siena (giovedì, 24 aprile 2025) — Si riaccendono i riflettori sul caso David Rossi, con nuovi elementi emersi nel corso della riunione odierna della Commissione parlamentare d’inchiesta bis, che sta indagando sulle circostanze della morte dell’ex capo della comunicazione di Banca Mps, precipitato dalla finestra del suo ufficio di Rocca Salimbeni il 6 marzo 2013. Secondo quanto riferito dagli esperti incaricati dalla Commissione, alcune delle lesioni rilevate sul corpo di Rossi sarebbero “poco compatibili” con una caduta accidentale.
Di Roberto Meloni
È quanto sostiene il medico legale Robbi Manghi, che, assieme al tenente colonnello dei carabinieri Adolfo Gregori del RIS di Roma, sta conducendo le nuove perizie tecniche richieste dall’organismo parlamentare. In particolare, l’attenzione si è concentrata su una lesione al polso sinistro di Rossi, definita “lacero-contusa” e, secondo Manghi, difficilmente riconducibile a un impatto da caduta verticale. L’esperto ha anche sollevato dubbi sull’origine della ferita, ipotizzando possa essere stata provocata da una pressione esercitata in altro modo. Le analisi riguardano anche l’orologio che Rossi indossava al momento della morte, un Sector Expander cronografo, con cinturini in caucciù prodotti separatamente dalla Casio. L’oggetto, descritto come particolarmente voluminoso e di colore nero, non risulta visibile nei filmati analizzati, elemento che ha spinto la Commissione a valutare una perizia aggiuntiva sul video registrato la sera del 6 marzo 2013. “Nel filmato – si legge nel resoconto – non si nota alcun cinturino così evidente sul polso sinistro o destro della vittima”. I risultati completi delle operazioni svolte finora saranno depositati nei prossimi giorni sotto forma di relazione ufficiale, come indicato nel documento firmato dal presidente della Commissione, Gianluca Vinci. La questione del cinturino e la natura della lesione al polso si inseriscono in un quadro più ampio di indagini che da anni cercano di chiarire le reali dinamiche della morte di David Rossi, tra ipotesi di suicidio e presunti insabbiamenti. Questi nuovi accertamenti rafforzano l’urgenza di fare piena luce su uno dei casi più controversi e delicati della recente storia giudiziaria italiana, il cui esito potrebbe avere profonde implicazioni, non solo sul piano giudiziario, ma anche su quello istituzionale e sociale. Siena continua ad attendere risposte, con la speranza che la verità, prima o poi, possa davvero emergere.
Last modified: Aprile 24, 2025