SIENA – Ieri all’ospedale Scotte è stato presentato il documento di Programmazione integrata dell’Area Vasta per il triennio 2024-2026: il patto nasce da una sinergia tra il policlinico e l’Asl Sud Est, e si propone di garantire nuovi servizi assistenziali alla salute, continuità dei percorsi, equità nell’accesso ai livelli di prestazione e una sanità più sostenibile per professionisti e pazienti.
di Anita Testa
IL PATTO DI AREA VASTA – Le due Aziende, in collaborazione con Estar, Regione e Università, hanno discusso il rendiconto del 2023 per poi individuare le linee di sviluppo operativo per i prossimi tre anni: il nuovo ordine del giorno si concentrerà su un’ottica multidisciplinare volta a integrare i sistemi di sicurezza ed efficienza dei servizi. Non mancheranno risorse per l’innovazione tecnologico-sanitaria volte a ottimizzare il lavoro dei professionisti, nonché un potenziamento della governance interaziendale che coinvolgerà le associazioni dei pazienti e di volontariato.
LA PAROLA A GIANI – “Il lavoro di squadra è cruciale per un sistema sanitario efficiente e sostenibile”, commenta il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani “L’impegno congiunto di Asl sudest e Aou Senese sulla programmazione costituisce un esempio: migliorerà rete ospedaliera e prestazioni, anche grazie agli ottimi rapporti tra i due direttori generali.”
LA PAROLA A BARRETTA – Antonio Barretta (direttore generale dell’Azienda Ospedialiero-Universitaria Senese) dichiara: “La programmazione di Area Vasta rafforza il Sistema Sanitario Regionale e costituisce un patrimonio prezioso di tutti: professionisti, sindacati, volontariato, comitati di partecipazione, volontariato, istituzioni e stakeholders interni ed esterni. Il percorso può essere a volte articolato e complesso ma abbiamo tracciato una strada condivisa che grazie alla convinzione crescente dei professionisti sono certo verrà percorsa con sempre maggiore determinazione e soddisfazione per tutti.”
LA PAROLA A D’URSO – Il direttore generale dell’Azienda Usl Toscana Antonio D’Urso rincara la dose: “La collaborazione permette di ottimizzare le risorse e migliorare l’equità di presa in cura, unendo forze ed esperienze personali e professionali, il tutto a favore dei pazienti che devono poter contare su un sistema sanitario attento alle loro esigenze, con prestazioni appropriate e finalizzate alla migliore cura possibile. Stiamo cercando di cambiare il paradigma: non più il paziente che si sposta per la presa in carico ma i team terapeutico-assistenziali che si portano sul territorio nell’ottica della prossimità dell’assistenza. La collaborazione permette di fare rete, confrontarsi, elaborare proposte e progetti, permettere alla ricerca di andare avanti.”
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