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Siena ricorda l’inizio dell’invasione russa: “Tre anni di guerra, non possiamo dimenticare”

SIENA (lunedì, 24 febbraio 2025) – A tre anni dall’inizio dell’invasione russa, anche a Siena la comunità ucraina si è riunita per ricordare quella tragica notte del 24 febbraio 2022. Ieri, in piazza Salimbeni, un nutrito gruppo di persone ha manifestato con bandiere e cartelli, tra cui uno che citava le parole di Giovanni Paolo II: “Non avere paura”.

di Silvia Cannas Simontacchi

Un anniversario carico di dolore, che arriva in un momento cruciale del conflitto. “Il 24 saranno tre anni da quando la Russia ha lanciato l’invasione su vasta scala dell’Ucraina. Un giorno che rimarrà per sempre nell’infamia”, ha scritto ieri su X la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che nelle prossime ore sarà a Kiev insieme ad altri leader europei.

Tra i partecipanti alla manifestazione c’era anche Stefano Gacci, arrivato da Follonica per dare sostegno alla comunità ucraina: “Da otto anni ho una compagna ucraina e, insieme a lei, sono impegnato negli aiuti sin dall’inizio della guerra, grazie anche all’Associazione ‘Uniti per l’Ucraina’”. Nella provincia di Siena vivono almeno 800 donne ucraine, ma solo alcune decine hanno potuto lasciare il lavoro per essere in piazza.

“La raccolta di aiuti non si è mai fermata – prosegue Gacci, mentre le donne intonano canti e i passanti si fermano ad ascoltare – Quest’anno la manifestazione ha un valore ancora più forte, perché le notizie che arrivano dal fronte sono sempre più preoccupanti. In America, la narrazione di Trump descrive Zelensky come un dittatore, e questo rischia di minare il sostegno alla resistenza ucraina”.

La volontà di pace è il messaggio che emerge con forza dalla piazza. “Molte delle donne presenti hanno un figlio o un parente al fronte – aggiunge Gacci – La maggior parte di loro lavora assistendo i nostri anziani, e già questo dovrebbe farci riflettere su da che parte stare”.

E sul futuro? “A livello locale possiamo continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica – spiega – Questa guerra non può finire senza una pace giusta, con il ritiro delle truppe russe dai territori occupati. Guai ad abbassare la guardia: il conflitto è alle porte dell’Europa, e se cade l’Ucraina, il rischio si allargherà alla Polonia, all’Estonia e oltre”.

Gacci sottolinea anche come il flusso di rifugiati si sia ormai fermato: “Molte donne arrivate con i figli sono tornate in patria, spinte dal desiderio di ricostruire ciò che hanno perso”. E ricorda il legame tra Ucraina e Italia, nato già ai tempi di Chernobyl: “Dopo il disastro, tanti bambini ucraini furono accolti nel nostro Paese. Gli ucraini non lo hanno mai dimenticato, e oggi cercano di ricambiare con gratitudine”.

L’appello finale è chiaro: “Vogliamo la pace, ma una pace giusta”.

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Tag: , , , Last modified: Febbraio 24, 2025
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