Estero (giovedì, 10 aprile 2025) — La decisione del presidente Donald Trump di sospendere per 90 giorni l’escalation dei dazi nelle sue guerre commerciali globali ha riacceso un acceso dibattito: i dazi sono davvero una strategia ponderata o solo una clava politica? E soprattutto, qual è il vero obiettivo di Trump?
Di Roberto Meloni
Fin dal suo primo mandato, l’ex tycoon ha fatto dei dazi uno strumento centrale della sua visione economica, sostenendo che servissero a “riequilibrare” i rapporti con quei Paesi – soprattutto Cina ed Europa – accusati di sfruttare gli Stati Uniti sul piano commerciale. Tuttavia, la recente tregua di tre mesi ha sollevato nuove perplessità, facendo emergere due linee di interpretazione tra analisti ed economisti: da una parte chi considera la misura uno strumento tattico di negoziazione, dall’altra chi teme un tentativo di ridefinire l’ordine economico internazionale. Durante un intervento al National Republican Congressional Committee, Trump ha rincarato la dose con la sua consueta irriverenza, affermando che “i Paesi ci stanno chiamando per baciarmi il c…”, lasciando intendere che le sue politiche stanno funzionando. Tuttavia, il repentino annuncio dello stop ai dazi ha dato l’impressione di un leader che naviga a vista, pronto a ritirare le proprie minacce per riaprire il tavolo delle trattative. Nel frattempo, non mancano i segnali di frattura all’interno dello stesso “cerchio magico” trumpiano. Elon Musk, intervenendo al congresso della Lega, si è augurato la nascita di un’area di libero scambio tra Stati Uniti e Unione Europea, definendo i dazi “dannosi per l’innovazione e il mercato globale”. Non solo: Musk ha rilanciato via social il celebre video della matita di Milton Friedman, simbolo della cooperazione globale, e ha dichiarato di aver tentato personalmente di convincere Trump a rivedere le sue posizioni. Le sue parole non sono piaciute a Peter Navarro, storico consigliere di Trump per il commercio, che ha ridicolizzato il fondatore di Tesla definendolo “un assemblatore di automobili” con componenti asiatici. La risposta di Musk è arrivata puntuale e tagliente: “Navarro è più stupido di un sacco di mattoni”. Questo botta e risposta tra due icone dell’America industriale contemporanea riflette il nervosismo che serpeggia tra le élite economiche statunitensi. Mentre Wall Street osserva con attenzione i prossimi sviluppi, il mondo politico cerca di decifrare se la mossa di Trump sia un passo verso una nuova strategia diplomatica o l’ennesima dimostrazione del suo stile imprevedibile. Una cosa è certa: la tregua nei dazi ha aperto una finestra di dialogo, ma anche un periodo di incertezza. La domanda rimane: Donald Trump ha davvero un piano a lungo termine o sta solo bluffando nella più grande partita commerciale della storia moderna?
Last modified: Aprile 10, 2025